L'esercito
macedone di Alessandro il Grande
durante la
campagna persiana
L'esercito
di Alessandro il Grande era composto da diversi tipi di unità (fanteria pesante
e leggera, cavalleria pesante e leggera) che venivano impiegate sul campo di
battaglia secondo le caratteristiche e l'armamento. Con questo strumento
poderoso e duttile Alessandro riuscì in dieci anni (336 a.C. - 326 a.C.) a
conquistare l'Anatolia, la Siria e la Palestina, l'Egitto, la Mesopotamia,
l'Altopiano iranico, l'Afganistan, il Turkmenistan, l'Uzbekistan e la Valle
dell'Indo, cioè l'intero Impero persiano e oltre, e a formare uno tra gli
imperi più vasti della storia.
Fanteria pesante | Fanteria degli
Eteri Hypaspisti Opliti |
Fanteria leggera | Lanciatori di
giavelloto agriani Arcieri |
Cavalleria pesante | Eteri Tessali |
Cavalleria leggera | Lancieri Lanciatori di giavellotti peoni e traci |
Fanteria degli Eteri o, meno correttamente,
Falange (Fanteria pesante): il termine falange infatti si riferisce a una
formazione specifica, adottata in battaglia. Il termine, in ogni modo, è
liberamente usato per descrivere le sei "taxeis", o reggimenti per
usare un termine moderno, di 1500 uomini ciascuna, che formavano la punta di
lancia dell'esercito di Alessandro. Queste unità erano composte da nativi
macedoni (Eteri significa Compagni, in questo caso del Re), "pezhetairoi"
(Compagni a piedi) e "asthelairoi" (Compagni cittadini). Impugnavano
la sarissa (cioè una picca), lunga da 4,5 a 6 metri, e indossavano corazze di
metallo (probabilmente fatte a semicorazza); portavano anche spade corte, che
diventavano necessarie nei corpo a corpo. La sarissa richiedeva, per essere
usata, due mani e così lo scudo (detto Pelta, di circa 60 cm. di diametro)era
allacciato all'avambraccio di ogni soldato. La falange tipicamente aveva la
profondità di almeno otto file di uomini, anche se a Gaugamela furono aumentate
fino a sedici. Gli uomini delle file seguenti la prima avevano le sarisse sempre
più lunghe, così che al nemico si presentava un muro di ferro;
metaforicamente, un effetto a "porcospino". Occasionalmente, queste
taxeis adottavano altre formazioni, come il cuneo o la colonna, per adattarsi
alla situazione. Erano lenti nei movimenti, ma formavano un solido centro
attorno al quale potevano manovrare le altre unità.
Hypaspisti
(Fanteria pesante): gli Hypaspisti (Portatori di scudo) devono il loro nome al
nobile che portava in battaglia lo scudo del Re. Le tre unità, chiamate "chiliarchiai",
erano composte di 1000 uomini ognuna (questo è, senza sorpresa, il significato
del nome). L'unità d'élite del corpo faceva parte dell'agema (la Guardia
reale). Gli uomini di queste unità erano veterani provati, fidati e spesso di
mezza età; erano stimati per la loro resistenza. Erano equipaggiati con stile
simile alla falange, ma con picche più corte e senza corazza (che era indossata
solo dagli ufficiali). Questo permetteva loro di aumentare la manovrabilità. In
battaglia, spesso erano impiegati per fornire un collegamento tra il centro più
lento e le più veloci ali di cavalleria; erano usati anche come "forze
speciali", ad esempio in azioni notturne. Al culmine dell'assedio di Tiro,
gli Hypaspisti guidarono l'attacco.
Opliti
(Fanteria pesante): questa era la tradizionale fanteria greca, che combatteva,
principalmente, nella formazione a falange, profonda 8 uomini, di nuovo
suddivisi in taxeis di 1500 ognuna. Alessandro, come "egemone"
(comandante) della Lega greca, disponeva di queste truppe delle varie città-stato
greche che aveva, sebbene riluttanti, "alleato" con sé. Erano
corazzate più pesantemente dei loro omologhi macedoni, con elmi e schinieri in
aggiunta ad un armatura a piastre completa. Le loro picche/lance erano più
corte, armi da una mano sola, con una lunghezza di circa 2,5-3 metri; questo
permetteva loro di usare un largo scudo di bronzo, legato al braccio con due
cinghie, al gomito e al polso. Il loro metodo di combattimento era differente da
quello dei reggimenti indigeni macedoni e perciò Alessandro non li usò come
truppe di prima linea. A Gaugamela, gli opliti formavano la seconda linea della
fanteria ed erano responsabili del tergo della "scatola".
Lanciatori
di giavelloto agriani (Fanteria leggera/Truppe da scaramuccia): queste unità,
che misuravano 500 uomini ciascuna, erano formate da selvaggi uomini delle tribù
di una zona remota della Macedonia. A quanto pare, costituivano una delle unità
preferite di Alessandro. La loro corazza, se la impiegavano, era piccola. Di
solito usavano giavellotti e spade insieme ad uno scudo piccolo e leggero. Non
combattevano in una formazione specifica, ma piuttosto impegnavano continuamente
le forze nemiche intatte o inseguivano quelle che fuggivano. Benché armati alla
leggera, spesso erano efficaci in modo sorprendente in situazioni d'urto;
svolsero idealmente il loro compito principale a Gaugamela contrattaccando i
carri persiani.
Arcieri
(Truppe da scaramuccia e, molto saltuariamente, Fanteria leggera): in unità di
500, gli arcieri dell'esercito di Alessandro erano composti di indigeni macedoni
e mercenari cretesi. Ovviamente non indossavano corazza, portavano spade ma non
erano addestrati ad affrontare combattimenti corpo a corpo.
Eteri
(Cavalleria pesante): la Cavalleria degli Eteri era formata, principalmente, di
nobili macedoni e seguaci del Re (perciò compagni).Gli otto "ilai"
(squadroni) erano composti di circa 200-300 uomini ciascuno (dopo il 330 a.C.
ogni "ile" verrà diviso in due compagnie). Durante la battaglia di
Gaugamela, alcuni Greci sostituirono i Macedoni caduti nel corso della lunga
campagna di Alessandro. L'unità d'élite del corpo, l'altra parte dell'agema
(come i già menzionati Hypaspisti), cavalcava con lo stesso Alessandro.
Indossavano elmi e corazze di metallo, a volte con piastre fissate al braccio
superiore. Usavano la pelta e un'arma conosciuta come "xyston", una
lancia fatta di legno di corniolo con una lama ad ogni estremità, lunga 3,5
metri e maneggiabile con una sola mano. Dopo la carica iniziale, la lancia, se
era rotta, veniva abbandonata, altrimenti era scagliata, in modo da non
disarcionare il cavaliere, che quindi usava la spada (Kopis). Questa cavalleria
di solito impiegava la formazione "a cuneo" con la punta diretta verso
il nemico. Benché incapace di un assalto diretto alla fanteria pesante nemica,
poteva facilmente sfruttare le brecce, portando attacchi mortali ai fianchi o
alle terga. Il loro ruolo a Gaugamela fu quello tipico, da quando Alessandro
provò sempre ad assicurare che fossero in testa all' azione, insieme a lui.
Forse l'esempio più lampante di questo fu alla battaglia di Granico, dove
Alessandro guidò una carica incredibilmente avventata attraverso il fiume,
contro il centro nemico.
Tessali
(Cavalleria pesante): i Tessali, un popolo conquistato che era stato
"assimilato" nel regno macedone, era abbastanza ricco per permettersi
i cavalli e la corazza necessarie a formare unità di cavalleria pesante. Nella
composizione erano simili agli Eteri e secondi solo per reputazione. La loro
unità d'elite era composta da alcuni tra i nobili più ricchi della Tessaglia.
Indossavano pettorale ed elmo, come gli Eteri, maneggiavano due lance lunghe 2,5
metri (una era scagliata) e spade che usavano dopo la carica. Combattevano in
formazione chiusa, preferendo la forma romboidale al cuneo degli Eteri. A
Gaugamela, come in molte altre battaglie, furono posti all'ala sinistra
dell'esercito di Alessandro.
Lancieri
(Cavalleria leggera): questi "prodromoi" (esploratori), composti in
origine interamente da nativi macedoni, sebbene iniziassero ad accettare Greci
tra il loro numero al tempo di Gaugamela, erano organizzati in unità di circa
300 uomini ciascuna. Maneggiavano una lunga sarissa, forse più lunga di quella
della Fanteria degli Eteri, così che furono conosciuti come "sarissophoroi".
Indossavano una piccola corazza e non avevano possibilità di lancio. Furono
protagonisti di una delle azioni chiave a Gaugamela, rompendo il collegamento
tra il centrosinistra e l'ala sinistra persiana.