l mio nome e' Vladimir Rainard, della casata dei
Morgenstern. I miei ricordi iniziano quando da bambino assistetti
al saccheggio del mio castello compiuto da predoni zoriani . Non
sarebbero mai penetrati attraverso le mura fortificate se il
vecchio Jorge ,il sacerdote di Cay che assisteva mio padre il
barone, non avesse aperto loro le porte di acciaio. I cani che mi
rapirono mi vendettero a un mercante di schiavi di Lethys che a
sua volta mi vendette a un gruppo di preti . Questi mi portarono
con loro fino alla città di Halkitaine, capitale imperiale di
Rhaakham dove cominciarono i lunghi anni di preparazione
necessari a forgiare un paladino nero . Dopo avermi insegnato a
leggere e scrivere, mi mostrarono la Via , il supremo scopo di
chi e' stato illuminato: servire Z' taar , il divino guerriero,
l' implacabile vendicatore, la spada nera che punisce gli dei e
annulla gli uomini. Naturalmente mi insegnarono anche a
difendermi e a difendere i miei ideali e di questi lunghi anni
porto ancora un ricordo di dolore, fatica e sangue. Persi due dei
miei più cari amici la settimana prima di concludere il
noviziato, durante il torneo rituale che precede la vestizione.
Ricordo ancora il vecchio maestro Jurgen, quasi un padre per me,
che dopo avermi sussurrato un incoraggiamento, silenzioso mi consegnò gli ordini del gran sacerdote nero che mi portarono a
combattere sotto le mura di Vorn per mostrare il mio valore nello
schiacciare le orde di infedeli che minacciavano quella sacra città . Dopo settimane di massacri vincemmo, anche se a carissimo
prezzo: della città ormai rimaneva solo un carnaio in fiamme e
della mia compagnia d'armi io solo ero vivo. Decisi allora di
mettermi in viaggio per tornare alle terre che erano della mia
famiglia , verso quello che una volta era l'orgoglioso Zor e che
ora e' un devastato deserto gelido. Poco pratico dei miei luoghi
nativi, ora solo inquietanti distese artiche avvolte nelle
tenebre invernali, decisi di assoldare un gruppo di dodici uomini
tra guide e soldati di mestiere, cani senza orgoglio che
combattono per un osso. Il viaggio fu aspro, senza riposo n'e un
luogo dove potessi illuminarmi e scaldarmi alla luce di Z'taar,
tanto che dovetti officiare i sacri riti da solo, con la sola
compagnia delle stelle indifferenti. Dopo due settimane di
viaggio fummo aggrediti da numerosi predoni che sciamarono su di
noi come locuste. La lotta fu dura ma alla fine il campo rimase
nostro, non ebbi riposo dopo la battaglia in quanto provvidi a
salvare le anime dei miei mercenari che erano indietreggiati
ignorando i miei richiami a combattere per Z'taar. Fu un duro
lavoro staccare e impalare le loro teste affinchè i loro occhi,
ormai vacui, potessero ammirare lo splendore del boia divino.
Avevo appena concluso il rito quando venni sorpreso da una
compagnia di avventurieri. Non avevo molta fiducia nelle loro capacità tranne forse per quelle di un guerriero nordico,
Hellheaven credo si chiamasse, ma non potevo che aggregarmi a
loro se volevo uscire da quelle terre gelate. Ora potrò
dirigermi verso Cynar dove troverò Jorge, ormai teocrata di
quella città e pagargli l'obolo per il suo viaggio verso il
Supremo.
dal" Diario di Viaggio" di Von Boltzman, biografo di Vladimir Rainard Von Morgenstern